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Violenza contro le donne - Psicologa Erika Salonia

Violenza domestica contro le donne

► Tempo di lettura: 9 minuti
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L’emozionante campagna contro la violenza sulle donne: «Se colpiscono una, colpiscono tutte»

(Tratto da “Il Messaggero.it”)

Questa particolare tipologia di violenza è una seria problematica, molto attuale e in continuo aumento, che mette a rischio molte donne in una relazione intima di coppia, come il matrimonio e la coabitazione.


Conoscere i segnali di una relazione abusiva e suggerimenti per terminare un legame pericoloso.


 

Riconoscere la violenza domestica

La violenza domestica si verifica tra persone che vivono una relazione intima di coppia. Essa può assumere diverse tipologie comportamentali, come aggressività psicologica, coercizione sessuale e fisica. Gli uomini a volte vengono abusati dai partner, ma la violenza domestica è più spesso diretta verso le donne e può avvenire sia nelle relazioni eterosessuali sia tra persone dello stesso sesso.

Questo tipo di relazioni comportano sempre uno squilibrio, all’interno della coppia, di potere e controllo. La persona aggressiva usa parole intimidatorie e comportamenti offensivi per controllare il proprio partner.

Nella maggior parte dei casi, specialmente all’inizio, potrebbe non essere facile per la vittima identificare la violenza domestica. L’abuso spesso inizia in modo subdolo e peggiora nel tempo. Potresti essere vittima di violenza domestica se hai una relazione con qualcuno che:

• Insulta o ti denigra eccessivamente, anche davanti alla prole;

• Scoraggia e/o ti impedisce di lavorare o di vedere familiari e amici;

• Controlla i tuoi acquisti, dove vai o cosa indossi;

• Ha un comportamento orientato alla gelosia oppure è di indole possessiva o ti accusa costantemente di essere infedele;

• Ti minaccia con la violenza o con un’arma;

• Picchia o malmena i tuoi figli o i tuoi animali domestici;

• Ti costringe a fare sesso anche contro la tua volontà;

• Ti incolpa per il suo comportamento violento, dicendo che te lo meriti.

Se sei lesbica, bisessuale o transgender, potresti anche sperimentare violenza domestica se hai una relazione con qualcuno che:

• Ti intimidisce minacciando di dire ad amici, familiari, colleghi l’orientamento sessuale o l’identità di genere;

• Ti dissuade dal reagire, dicendoti che le autorità non prenderanno in considerazione una persona lesbica, bisessuale o transgender;

• Giustifica gli abusi asserendo che non sei “veramente” lesbica, bisessuale o transessuale.

Gravidanza, bambini, familiari e violenza domestica

A volte la violenza domestica inizia – in modo progressivo – durante la gravidanza, mettendo a rischio la salute della donna e la salute del nascituro. Il pericolo delle violenze continua anche dopo che il parto è avvenuto.

Anche se i bambini non subiscono violenze in prima persona (purtroppo non sempre è così), assistere passivamente può essere assai dannoso per loro. I bambini che crescono in famiglie in cui si sono verificati abusi hanno maggiori probabilità di essere abusati da adulti e manifestano problemi comportamentali durante lo sviluppo. Da adulti, inoltre, potrebbero essere più propensi a diventare molestatori, oppure potrebbero essere convinti che l’abuso sia una condizione “normale” nelle relazioni tra coppie.

Potresti temere che dire la verità possa ulteriormente mettere in pericolo te, tuo figlio o altri membri della famiglia, e che potrebbe distruggere la tua relazione. Tuttavia, cercare aiuto è il modo migliore per proteggere te stessa e i tuoi cari.

Interrompi o modifica gli schemi abituali relazionali

Se ti trovi in una situazione di violenza domestica, potresti riconoscere questo schema:

• Continue minacce verbali;

• Aggressione fisica e materiale, coercizione psicologica;

• Il tuo partner si scusa, promette di cambiare e ti offre regali;

• Il ciclo si ripete.

Più a lungo rimani in queste condizioni, maggiore è il danno. Potrebbe insorgere depressione e ansia, perdita dell’autostima. Potresti iniziare a dubitare della tua capacità di prenderti cura di te stessa, e sentirti impotente e paralizzata.

Può capitarti anche di dubitare che tali situazioni familiari siano avvenute per colpa tua, rendendo più difficile la ricerca di aiuto.

Assumersi la colpa è un errore

Potresti non essere pronta a chiedere aiuto, perché ti hanno indotta a credere che sia colpa tua. Le ragioni possono includere:

• Il tuo partner ti incolpa – Raramente il soggetto violento si assume la responsabilità delle sue azioni.

• Tuo marito o il tuo fidanzato mostra disinteresse verso la tua persona – Gli abusanti sono spesso interessati alle apparenze esteriori e potrebbero apprezzare altre donne. Ciò potrebbe farti giustificare le sue azioni per il tuo aspetto esteriore.

• Gli amici, i parenti, i medici, non hanno rilevato alcun problema – I sopravvissuti alla violenza domestica possono sviluppare sintomi che assomigliano ai disturbi di personalità. L’esposizione alla violenza aumenta anche il rischio di condizioni di salute mentale come la depressione, l’ansia e il disturbo da stress post-traumatico (PTSD).

• Hai agito verbalmente o fisicamente contro il tuo aggressore, urlando, spintonandolo o picchiandolo durante i conflitti. Potresti iniziare a dubitare di essere tu la persona violenta. Tuttavia, è molto più probabile che tu abbia agito per autodifesa o per intenso stress emotivo. Chi usa violenza può utilizzare tali circostanze per manipolarti, descrivendole come prova che sei tu il partner violento.

Se hai problemi a riconoscere cosa sta succedendo, fai un passo indietro e osserva i periodi iniziali della tua relazione. Quindi, rivedi ed esamina i segnali premonitori che hanno modificato il rapporto di coppia. 

Casi particolari

• Se sei una donna immigrata, potresti esitare a cercare aiuto per paura che tu venga rimpatriata. Le barriere linguistiche, la mancanza di dipendenza economica e il limitato sostegno sociale possono aumentare il tuo isolamento e la tua capacità di accedere alle risorse per ricevere aiuto.

Le leggi della Comunità Europea garantiscono la protezione dagli abusi domestici, indipendentemente dal tuo status di persona immigrata. Infatti, sono disponibili risorse gratuite o a basso costo, come assistenti sociali, avvocati e psicologi, alloggi e cure mediche per te e i tuoi bambini. 

Chiama una delle tante Associazioni della città in cui vivi che si occupano di violenza domestica e nei casi più gravi direttamente le Forze di Polizia per avere una aiuto immediato. Questi servizi sono gratuiti e proteggono la tua privacy.

• Se sei una donna anziana, potresti dover affrontare sfide legate alla tua età e alla lunga durata della tua relazione. Potresti essere cresciuta in un’epoca in cui la violenza domestica non veniva semplicemente presa in considerazione.

• In una relazione omosessuale, potresti essere meno propensa a cercare aiuto, se non vuoi rivelare il tuo orientamento sessuale. Se sei stata aggredita sessualmente da un’altra donna, potresti anche temere di non essere creduta.

L’unico modo per spezzare il ciclo della violenza domestica è AGIRE

Inizia raccontando a qualcuno dell’abuso, come un’amica, una persona cara, un operatore sanitario o altri contatti fidati.

All’inizio potresti trovare difficile parlare degli abusi e delle violenze che hai subito. Ma farlo ti aiuterebbe a capire che non sei sola e che ci sono persone esperte sull’argomento che potrebbero fare qualcosa per te. Ricevere il sostegno necessario ti darà un immediato senso di sollievo e ti aiuterà a cambiare la triste prospettiva abituale che ti sei rappresentata fino a questo momento.

Pianifica la tua sicurezza

Lasciare una persona violenta può essere pericoloso. Prendi in considerazione queste precauzioni:

• Se puoi, chiama un centro specializzato in violenza domestica per i necessari consigli. Effettua la chiamata in un momento sicuro, quando l’aggressore non è in giro, o dalla casa di un’amica o da un luogo protetto.

• Predisponi una borsa di emergenza che include gli oggetti di cui avrai bisogno quando ti allontanerai da casa come vestiti, ricambi, medicinali abituali. Deponi la borsa in un posto sicuro. Tieni a portata di mano i documenti personali, i soldi ed eventuali prescrizioni mediche.

• Devi sapere esattamente dove andrai e come ci arriverai.

Proteggi la tua comunicazione e la tua posizione geografica

Il soggetto violento potrebbe far uso della tecnologia per monitorare il tuo dispositivo mobile, le comunicazioni online e per tracciare la tua posizione, che – ti ricordo – sono tutte attività vietate dalla legge:

• Usa i telefonini intelligenti, ovvero quelli di ultima generazione, con cautela – Lui potrebbe intercettare le chiamate e ascoltare le tue conversazioni. Inoltre, potrebbe controllare la lista delle chiamate sul tuo cellulare oppure consultare le bollette della linea mobile, o di casa, per vedere la cronologia delle chiamate e dei messaggi.

• Usa il tuo computer di casa con cautela – Il tuo partner potrebbe utilizzare software particolari e spyware per monitorare tutto ciò che viene digitato sulla tastiera, le password, le tue e-mail e i siti web che visiti. Prendi in considerazione l’idea di usare un computer di lavoro, in biblioteca o a casa di amici per chiedere aiuto.

• Cerca e rimuovi eventuali dispositivi GPS (tracker) dal tuo veicolo – Il tuo partner potrebbe utilizzare un dispositivo GPS (in commercio a poche decine di euro) per individuare in qualsiasi momento la tua posizione.

• Modifica frequentemente le password di accesso al tuo cellulare e tablet, computer, di posta elettronica, forum, ecc. – Scegli password impossibili da indovinare.

• Cancella la cronologia e la cache di browser e dispositivi – Segui le istruzioni del modello del tuo dispositivo mobile o pc e del browser preferito per cancellare qualsiasi record e siti web che hai visualizzato.

Come e dove trovare aiuto

In caso di emergenza, chiama il 118 (Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza in Italia) oppure il numero di emergenza delle Forze dell’Ordine 112. Per chiedere consigli e aiuto rivolgiti a:

• Qualcuno di cui ti fidi – Consulta un amico/a, una persona fidata, una vicina di casa, un collega, oppure un sacerdote o un officiante della tua religione di appartenenza;

• Medico di famiglia – Il Medico curerà le lesioni e i traumi e potrà suggerirti di contattare un professionista come un avvocato e/o uno psicologo;

• Centro di consulenza o di salute mentale – Nella maggior parte delle comunità sono disponibili gruppi di consulenza e di sostegno per le donne che vivono relazioni domestiche violente;

• Carabinieri e Polizia di Stato – Le Forze dell’Ordine possono aiutarti a ottenere un ordine restrittivo che imponga legalmente al tuo partner di stare lontano da te, dai tuoi figli, o in casi estremi di essere arrestato. Presso questi organismi, riceverai consigli utili e tutela per porre fine alla tua sofferenza.

Potrebbe essere difficile riconoscere e ammettere di vivere una relazione di coppia violenta, ma tieni presente – sempre – che l’aiuto è possibile. 

Ricorda: nessuno, per nessun motivo, merita di subire violenze psicologiche e fisiche.


APPROFONDIMENTI SULLA VIOLENZA DOMESTICA

Telefono Rosa (Telefono 1522) Centro di orientamento per i diritti delle donne. Gli operatori forniscono alle vittime, assicurando loro l’anonimato, un sostegno psicologico e giuridico, nonchè l’indicazione di strutture pubbliche e private presenti sul territorio a cui rivolgersi. 
Il servizio multilingue, attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, dà una prima risposta immediata alle vittime e contribuisce all’emersione delle richieste di aiuto favorite dalla garanzia dell’anonimato.

Ministero della Salute (Violenza sulle donne)

Ministero dell’Interno (Violenza di genere)

ISTAT (Violenza sulle donne)

►  Archivio Repubblica.it

►  Carabinieri e Polizia di Stato

►  Aspetti Legali


Nota Bene: La Psicologa Erika Salonia propone argomenti di pertinenza psicologica, con l’obiettivo di sensibilizzare i lettori alla cultura della salute mentale, per promuovere il cambiamento e il benessere psicofisico, migliorare la qualità della vita, stimolare le risorse delle persone e dei contesti e, soprattutto, per impedire che il disagio divenga malattia.

Gli articoli pubblicati in nessun caso possono costituire la prescrizione di un trattamento o sostituire la visita specialistica o il confronto diretto con il proprio medico.

Copyright: il materiale pubblicato dalla Dr.ssa Erika Salonia è disponibile sotto la licenza Creative Common Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale. Significa che il testo può essere riprodotto a patto di citare la fonte e di linkare la pagina web di riferimento o l’Homepage del sito, di non usarlo per fini commerciali e di condividerlo con la stessa licenza.

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