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Depressione - segnali di pericolo

Depressione: Segnali di pericolo e Disturbi correlati

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La depressione non colpisce le persone allo stesso modo e non esiste un protocollo unico valido per tutti e per tutti i diversi casi.

Pertanto, per individuare il trattamento più idoneo e più breve, lo specialista dovrebbe – in primis – indagare ed elaborare alcuni possibili metodi terapeutici.


I segnali premonitori della depressione sono caratterizzati da un travolgente sentimento quotidiano di tristezza, disperazione, inutilità e vuoto. La persona che soffre di depressione potrebbe sentirsi come se il mondo le stesse cadendo addosso da un momento all’altro. In genere, chi ne soffre – sebbene i segnali siano abbastanza chiari – non nota subito i cambiamenti dell’umore, come invece accade per i familiari, gli amici e i colleghi che essendo quotidianamente a contatto si accorgono del peggioramento dello stato di salute.

Segnali di avvertimento della depressione

Non tutti coloro che sono depressi sperimentano tutti i segnali di avvertimento indicati di seguito. Affinché la depressione possa essere diagnosticata, il soggetto deve provare questi sintomi, o alcuni di essi, ogni giorno, per almeno 2 settimane.  La gravità dei sintomi varia con gli individui e varia anche nel tempo. 

• Sentirsi in maniera persistente triste e vivere costantemente un senso di vuoto;

• Provare sentimenti di disperazione e di eccessivo pessimismo;

• Avvertire sentimenti di colpa, inutilità e impotenza;

• Riscontrare perdita di interesse e di piacere nel praticare gli hobby abituali;

• Diminuzione dell’attività sessuale;

• Riduzione dell’energia, senso di affaticamento, “rallentamento” generale;

• Difficoltà a concentrarsi, ricordare e a prendere decisioni, senso di responsabilità affievolito o mancante;

• Disturbi del sonno (insonnia e ipersonnia);

• Perdita dell’appetito o assunzione eccessiva di cibo;

• Pensieri ricorrenti di morte o suicidio;

• Irrequietezza e irritabilità generalizzata, anche per banali motivi;

• Sintomi fisici persistenti che non si attenuano al trattamento con i farmaci, come emicrania, disturbi digestivi e dolore cronico.

Depressione: disturbi correlati

Benché esistano molte somiglianze tra i sottotipi di depressione, i disturbi depressivi possono essere di diverse tipologie e ognuno ha il suo insieme unico di sintomi.

Disturbo depressivo maggiore

La forma più comunemente diagnosticata di depressione è il Disturbo Depressivo Maggiore, una condizione il cui sintomo principale è uno stato d’animo schiacciante depresso per più di due settimane. L’umore depresso colpisce tutti gli aspetti della vita della persona, inclusi il lavoro, la famiglia, le relazioni e le amicizie. Una persona con questo tipo di depressione spesso trova difficile fare qualsiasi cosa o essere motivata, quindi anche cercare una cura per questa condizione può essere difficile.

Distimia o Disturbo Depressivo Persistente (DSM-5)

La distimia è simile al disturbo depressivo maggiore, con la differenza che i sintomi si verificano per un periodo di tempo molto più lungo, in genere, più di 2 anni. Essa è considerata una forma cronica di depressione (c.d. depressione cronica) e il trattamento può essere difficile da individuare. Gli individui diagnosticati con questa condizione possono anche soffrire di attacchi occasionali di Disturbo Depressivo Maggiore.

Disturbo Depressivo Reattivo

Questa condizione è diagnosticata quando una persona si sta adattando ad alcuni cambiamenti della vita che hanno causato un rilevante stress. Questo disturbo può anche essere diagnosticato quando la persona sta vivendo un evento piacevole e positivo (ma impegnativo) nella sua vita, come ad esempio i preparativi del matrimonio oppure l’attesa per la nascita di un figlio. Poiché il soggetto, di solito in questi casi, ha solo bisogno di un sostegno psicologico temporaneo, il trattamento è limitato nel tempo e semplice da attuare.

Disturbo Affettivo Stagionale

Il Disturbo Affettivo Stagionale è legato ai cambiamenti determinati dall’alternarsi delle stagioni astronomiche (primavera, estate, autunno e inverno), nella durata del giorno e dell’intensità delle radiazioni solari, con conseguenze dirette sulle variazioni della temperatura e degli altri elementi meteorologici. Le persone con Disturbo Affettivo Stagionale soffrono i sintomi simili al Disturbo Depressivo Maggiore solo durante un determinato periodo dell’anno, di solito in inverno. Tale condizione sembra essere correlata sia ai giorni più brevi dell’inverno e sia alla minore esposizione alla luce solare.

Depressione Post Partum

Dopo la gravidanza, i cambiamenti ormonali nel corpo di una donna possono scatenare i sintomi della depressione. Più della metà delle donne che hanno sofferto di depressione post partum lo sperimenteranno nuovamente con la nascita di un altro bambino. È fondamentale identificare questo pericolo e trattarlo in anticipo. Durante la gravidanza, la quantità di due ormoni femminili, estrogeni e progesterone, aumenta notevolmente. Nelle prime 24 ore dopo il parto, la quantità di questi ormoni scende rapidamente ai livelli normali. I ricercatori ritengono che il rapido cambiamento dei livelli ormonali possa portare alla depressione, così come possono influenzare gli stati d’animo della donna prima del ciclo mestruale.

Chi può diagnosticare la depressione

Come ogni disturbo mentale, la depressione viene diagnosticata al meglio da un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psichiatra, che ha esperienza e formazione specifica per effettuare una diagnosi accurata. Il medico di famiglia o un medico generico può anche fare una diagnosi di depressione quando è presente in forma lieve e l’insorgenza dei sintomi è nella fase iniziale, e proporre al paziente una cura farmacologica. Tuttavia, per maggiore tranquillità sarebbe opportuno anche consultare un professionista della salute mentale per un controllo catamnesico.


Nota Bene: La Psicologa Erika Salonia propone argomenti di pertinenza psicologica, con l’obiettivo di sensibilizzare i lettori alla cultura della salute mentale, per promuovere il cambiamento e il benessere psicofisico, migliorare la qualità della vita, stimolare le risorse delle persone e dei contesti e, soprattutto, per impedire che il disagio divenga malattia.

Gli articoli pubblicati in nessun caso possono costituire la prescrizione di un trattamento o sostituire la visita specialistica o il confronto diretto con il proprio medico.

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